La Basilica di Santa Croce è famosa per essere il Tempio delle Itale Glorie, un Pantheon fiorentino che ospita le tombe dei grandi del passato come Michelangelo, Machiavelli, Galileo Galilei e tanti altri. Questo sarebbe abbastanza per invogliare chiunque a visitare questa chiesa ma, una volta entrati, si scopre che ha molto più da offrire.
La magnifica costruzione gotica, che possiamo ammirare oggi, risale al 14° secolo e fu eretta dai frati francescani che qui avevano iniziato a predicare già a partire dall’inizio del 1200.
I ricchi banchieri e mercanti fiorentini acquistarono le cappelle che fecero decorare da artisti della nuova scuola pittorica, iniziata da Cimabue e sviluppata dal grande Giotto e dai suoi allievi. Questi affreschi suggestivi fanno di Santa Croce uno degli esempi migliori dello sviluppo della pittura trecentesca a Firenze ed in Italia.
Durante il Rinascimento la chiesa viene arricchita da opere imperdibili del fior fiore degli artisti fiorentini come Donatello, Michelozzo, Bernardo Rossellino e Desiderio da Settignano. La Cappella Pazzi di Filippo Brunelleschi, situata nel chiostro della chiesa, è da considerarsi uno dei più alti esempi di architettura del Primo Rinascimento Fiorentino e ci porta indietro nella storia, al periodo delle rivalità fra le grandi famiglie della città dell’epoca.
Con la Controriforma del cinquecento, la chiesa subisce importanti trasformazioni ad opera di Giorgio Vasari, mano destra del Granduca di Toscana Cosimo I. Nell’ottocento, ispirato dal carme “Dei Sepolcri” del poeta Ugo Foscolo, diventa il Tempio delle Itale Glorie con tombe e monumenti dedicati ad italiani importanti.
Una parte del vecchio convento ospita il museo. Qui, nel vecchio refettorio, ci si può fare un’idea dei danni immensi causati dall’alluvione del 1966. Il simbolo per eccellenza di questo tragico evento è il crocifisso di Cimabue, esposto nella sagrestia della chiesa.
Il complesso di Santa Croce è una vera a propria macchina del tempo che ci porterà attraverso 700 anni di storia fiorentina.
